Le gravi dichiarazioni rilasciate ad AGCult da Alessandro Garrisi, presidente di ANA, in merito all’applicazione dell’archeologia preventiva da parte delle Soprintendenze appaiono del tutto fuori luogo e avulse dalla realtà dell’operato dei funzionari archeologi che quotidianamente si spendono in difesa del patrimonio archeologico italiano.
Non comprendiamo lo scopo di tale attacco che disconosce l’impegno costantemente profuso dai funzionari archeologi per individuare le modalità più idonee per realizzare gli interventi di archeologia preventiva in modo efficace e a effettiva tutela dei depositi archeologici, attraverso la richiesta sia di sondaggi preventivi sia di assistenza in corso d’opera specie laddove risulterebbe particolarmente complesso o non del tutto efficace effettuare saggi preliminari come ad esempio nel caso delle opere a rete.
L’emendamento all’art. 46 del Codice degli Appalti (D.Lgs. 50/2016) contestato da ANA in quanto consente, a loro avviso iniquamente, la partecipazione alle procedure di affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria anche alle società costituite da archeologi e non solo ai singoli archeologi professionisti come la formulazione precedente lasciava intendere, è dalle scriventi associazioni totalmente condiviso.
Riservare l’archeologia preventiva esclusivamente ai singoli archeologi professionisti, escludendo gli archeologi associati e quelli che hanno avuto il coraggio di assumersi il rischio di costituire delle imprese, costituiva un elemento di anomalia all’interno del Codice degli Appalti, oltre a non corrispondere alle necessità reali laddove fosse necessario effettuare estesi interventi di verifica archeologica preventiva.
15.09.2020
API-MiBACT ASSOTECNICI
Il Presidente Nazionale Il Presidente Nazionale
Italo M. Muntoni Andrea Camilli