Ridurre le Soprintendenze? API e Assotecnici uniti nel criticare le parole del Ministro Boschi

Con la pubblicazione, il 17 novembre 2016, dall’atto di indirizzo del Dicastero retto dal Ministro Dario Franceschini, apprendiamo che “La decisione di unificare in un’unica struttura di tutela le due diverse competenze [delle Soprintendenze Archeologia e Belle Arti] ha ulteriormente semplificato e reso più efficiente il processo di tutela del patrimonio culturale” ed inoltre che “l’attribuzione a strutture diverse [Soprintendenze e Poli Museali] delle diverse funzioni della tutela e della valorizzazione, ancorché inscindibilmente connesse sul piano speculativo e necessariamente coerenti nell’ambito dei rispettivi esercizi, ha introdotto una straordinaria semplificazione concettuale e giuridica”. Il Ministero dunque rivendica orgogliosamente la bontà della recente riforma, fatta di smontaggi e rimontaggi, lasciando tuttavia aperto un grande dubbio: ma per creare efficienza bisogna unire o dividere?

Domanda superata. La risposta è già arrivata infatti da un altro autorevole Ministro, Maria Elena Boschi, che durante la puntata di mercoledì 16 novembre a Porta a Porta su RAI 1, nel corso di un acceso dibattito con il Segretario della Lega Matteo Salvini a proposito di alcune infrastrutture stradali (la variante della Tremezzina a Como), ha spiegato in maniera molto chiara cosa intendere per efficienza e semplificazione, senza alcun apparente paradosso: semplicemente riduzione, o addirittura abolizione delle Soprintendenze. ”Potrei rispondere che abbiamo fatto una riforma per diminuire le Soprintendenze e venire incontro ai territori. E il Ministro Franceschini lo sta facendo”. Avvertiamo un senso di desolazione di fronte alla disarmante semplificazione cui si è abbandonata la Ministra Boschi e ne siamo profondamente delusi.

A Salvini e alla Boschi ricordiamo che come va rigettato il luogo comune che vuole i politici tutti corrotti e imbroglioni, così non è accettabile vedere le Soprintendenze come luoghi zeppi di “burocrati statali” che tutto bloccano. Se i tempi eccessivi dei procedimenti creano dei disservizi, la soluzione non è la “riduzione” delle Soprintendenze: il compito della politica dovrebbe essere quello di intervenire potenziando gli Uffici periferici del MiBACT, creando davvero le condizioni affinché lavorino meglio e in maniera più efficiente. È vero dunque, parafrasando Salvini, che un funzionario non può esprimere pareri senza andare sul territorio, ma lo Stato non deve abolire gli uffici preposti, bensì creare le condizioni perché quel funzionario possa muoversi effettuando tutti i sopralluoghi necessari. Ricordiamo comunque che proprio perché le Soprintendenze sono uffici territoriali del Ministero, i funzionari che vi operano conoscono a fondo la realtà culturale degli ambiti di cui si occupano e, proprio per questo, sono competenti a valutare eventuali impatti negativi di opere e lavori, a salvaguardia dei Beni Culturali comuni concordemente a quanto previsto dall’articolo 9 del titolo I della Costituazione, in cui noi continuiamo fermamente a credere.

Considerato quanto appreso tramite Porta a Porta sulle gravi parole del Ministro Boschi, attendiamo fiduciosi una netta presa di posizione da parte di Dario Franceschini a difesa delle strutture periferiche del suo Ministero. Il qualunquismo arrogante, l’ignoranza e il disincanto con cui viene demolita continuamente la figura dei tecnici delle Soprintendenze richiede il più ampio impegno, soprattutto da parte di chi dirige il Ministero.

 

21.11.2016

 

API-MiBACT                                                                 Assotecnici