Scivoloni milanesi

Il volto seminascosto da mascherina anti-contagio e da elmetto da cantiere, il sindaco di Milano Beppe Sala ha orgogliosamente mostrato, in un video postato sul proprio profilo facebook ufficiale, che anche in una città messa in scacco dalla pandemia i lavori per la Metro M4 non si fermano. A rammaricare il primo cittadino però non sono tanto i problemi legati alla COVID-19, quanto lo sciagurato rinvenimento di strutture murarie di interesse archeologico, che appaiono a favore di telecamera accompagnate dai suoi commenti ironici, quasi a consolare l’ingegner Mannella, presidente del consorzio dei costruttori: “Mancavano solo i muri romani eh? Quando le cose vanno in un certo modo non ce n’è!”.

Troviamo francamente inaccettabile che in un contesto come quello che ci troviamo a vivere, gravato da pesanti incognite per il futuro dovute all’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese e ha letteralmente travolto Milano e la Lombardia, il Sindaco di una città che ha cercato negli ultimi anni di accreditarsi come motore non solo economico, ma anche culturale dell’Italia, pronunci frasi così improvvide, mostrando spregio e disinteresse nei confronti delle radici storiche del territorio che ha l’onore di amministrare.

Signor Sindaco, speriamo che simili affermazioni siano solo il frutto dello stress che i gravosi compiti dei quali è investito in queste settimane le hanno procurato. Ci auguriamo dunque che ella voglia porgere le sue scuse a tutti gli archeologi, dai colleghi delle Soprintendenze che assicurano, ove necessario, la propria presenza sui cantieri ancora aperti, ai professionisti impegnati senza sosta nelle attività indifferibili di scavo e sorveglianza, a quanti in questo periodo sono bloccati a casa senza lavoro. Perché la rinascita del nostro Paese non può prescindere dalla mobilitazione delle nostre migliori energie intellettuali e dalla valorizzazione delle nostre risorse culturali, ivi compresa l’attività di tutela del patrimonio, senza deroghe o scorciatoie trovate in nome della ripresa economica.

Screenshot video Sala

Il virus della polemica

Negli scorsi giorni il sito Emergenza Cultura ha ospitato il contributo (discutibile, a partire dal titolo) di una collega che raccontava, con accenti polemici, la propria esperienza di smart working in questa fase di emergenza sanitaria. L’articolo ha scatenato un acceso dibattito in rete, a cui hanno preso parte molti funzionari del MiBACT, ma anche docenti universitari, Senatori della Repubblica e Sindacati. La nostra stessa Associazione ha pacatamente ma fermamente espresso la propria posizione nei commenti al post su facebook, sottolineando la necessità di evitare, in questa fase, polemiche sterili su questioni tecniche squisitamente interne al Ministero, spronando tutti ad ampliare lo sguardo verso quanti, archeologi e non, continuano a lavorare mettendo spesso a repentaglio la propria salute e la propria vita o hanno perso il posto a causa della crisi. Del resto, API ha avuto modo già nelle scorse settimane di segnalare a più riprese le gravi criticità legate alle circolari applicative dei decreti governativi emergenziali, richiamando i dirigenti centrali e periferici alle proprie responsabilità (qui, qui e qui).

Progressivamente il “dibattito” ha preso toni ed espressioni che appaiono non commisurati al tema e alla situazione, fuori luogo e finanche lesivi della dignità del personale del Ministero. In buona sostanza, i tanti colleghi che hanno manifestato posizioni non in linea con quelle dell’articolo di Emergenza Cultura, sono stati tacciati da una Senatrice della Repubblica del più bieco servilismo nei confronti del Ministro: “pronti a baciare al passaggio suo e della sua corte” o addirittura “lombrichi che si aggrovigliano … nel tascapane del pescatore”.

Stupiti e sdegnati, rigettiamo in toto tali offese, nelle quali riecheggiano pessime abitudini della politica italiana. Riteniamo doveroso ribadire la nostra posizione a sostegno dei professionisti archeologi operanti direttamente sul campo, e più in generale di chi è costretto a recarsi fuori casa per il lavoro o a rischio di perdita del proprio posto, e rivendichiamo fieramente la nostra posizione, che è costantemente stata di critica spesso dura, ma sempre costruttiva, all’organizzazione del Ministero e alle posizioni dei Ministri che si sono succeduti in questi anni.

Chiediamo dunque a tutti di abbassare i toni di questa polemica di cui, in questo momento, nessuno sentiva il bisogno. Per rispetto ad un Paese alle prese con una crisi senza precedenti e di quanti hanno perso la propria personale battaglia contro la malattia.

Scrivania di polvere
Jimmy Durham, Petrified Forest. Photo by Pierluigi Giroldini