Archeologia preventiva: un sospiro di sollievo e un dibattito da avviare

L’approvazione in via preliminare del nuovo “Codice degli Appalti Pubblici e dei Contratti di Concessione”, avvenuta lo scorso giovedì 3 marzo da parte del Consiglio dei Ministri, ha segnato una importante vittoria nella politica di difesa della tutela del patrimonio archeologico condotta da API – MiBACT sin dalla sua fondazione. Il sostanziale mantenimento nel nuovo art. 25 delle norme già presenti negli art. 95 e 96 del precedente D.Lgs. 163/2006 conferma la necessità di uno strumento normativo che, pur perfettibile, più di tutti negli ultimi dieci anni ha rappresentato un cardine operativo dell’attività di tutela nel settore delle opere pubbliche.
Le criticità e le potenziali contraddizioni derivanti dal concreto rischio di uno stralcio di tali norme dal nuovo decreto sono state poste da API – MiBACT all’attenzione dell’opinione pubblica e dei diversi operatori del settore sin dal 23 gennaio, attraverso una petizione on line su Change.org lanciata in collaborazione con Assotecnici, che ha raccolto fino ad oggi più di 13.000 adesioni da parte di tantissimi studiosi, professionisti e cittadini, italiani e stranieri. Il dibattito che è seguito all’iniziativa ha contribuito certamente a portare sotto i riflettori la questione, che avrebbe rischiato altrimenti di passare sotto silenzio.
Appare tuttavia paradossale che l’attenta attività di monitoraggio e di pressione condotta da API in questi mesi sia stata necessariamente volta a evitare la cancellazione dal nostro ordinamento giuridico, se non il forte ridimensionamento di quelle norme nate per garantire le esigenze della tutela del patrimonio archeologico salvaguardando al contempo la speditezza di esecuzione di infrastrutture importanti per lo sviluppo del paese. E’ stata negata invece la possibilità di avviare un dibattito serio e approfondito con gli operatori del settore, che consentisse una semplificazione delle procedure rispettosa dei diversi e delicati interessi in campo, anche sulla base delle esperienze condotte in quest’ultimo decennio.

API – MiBACT ritiene dunque che la soddisfazione per questo primo risultato non possa e non debba tradursi in un eccessivo entusiasmo nei confronti del nuovo impianto normativo. Questo a prima vista non risolve le criticità operative riscontrate in anni di applicazione, non proponendo reali semplificazioni della procedura nel suo complesso, ma semplici contrazioni di tempi dei procedimenti in capo agli organi di tutela.
API – MiBACT – che si riserva di approfondire le tematiche relative al nuovo articolo di legge in un più specifico documento – auspica pertanto che, in occasione dei futuri passaggi del testo di legge, si possa avviare un immediato e proficuo tavolo di dibattito tecnico che porti al perfezionamento di uno strumento normativo condiviso fra i vari attori coinvolti nella tutela archeologica pubblica.

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